Dopo la denuncia dei Nas per frode, Antonino Cannavacciuolo si è giustamente difeso, sostenendo di non aver mai fregato i clienti.
Anche a uno chef amato e affermato come Antonino Cannavacciuolo può capitare di finire nel mirino dei Nas. Dopo la denuncia per frode in commercio, che gli ha causato anche una multa salata, il cuoco di Vico Equense si è difeso, sottolineando di non aver mai fregato i clienti. Dalla sua parte pure la Federazione Italiana Pubblici Esercizi.
Antonino Cannavacciuolo: la denuncia dei Nas
A tutti i ristoratori capita, prima o poi, di avere a che fare con i Nas. D’altronde, i Nuclei Antisofisticazioni e Sanità sono stati creati proprio per garantire la sicurezza dei cittadini. Nel 2017 è toccato anche ad Antonino Cannavacciuolo, che alla fine del controllo è stato denunciato a piede libero per frode in commercio. Nello specifico, la querela è stata indirizzata alla moglie Cinzia Primatesta e al direttore della ristorazione Giuseppe Savoia.
Considerando che lo chef è l’anima del ristorante, la denuncia lo ha comunque toccato in prima persona. Intervistato da La Stampa, Cannavacciuolo ha spiegato che i cibi surgelati (pasta e ortaggi) che sono stati trovati dai Nas nei freezer del suo locale, non erano per i clienti, ma per lo staff. “Quello che finisce sulla tavola dei nostri ospiti è sempre fresco, ma quando qualcosa avanza lo congeliamo per uso personale. Il cibo buono non si butta“, ha sottolineato Antonino.
Inoltre, i Nas lo hanno sanzionato con una multa da 1,500 euro perché le materie prime consegnate in cucina non erano tracciate. Poi, è stato multato anche per non aver segnalato nel menù i cibi surgelati. Cosa non del tutto vera, visto che erano segnalati a fine menù. La legge, però, impone di utilizzare l’asterisco a ogni voce.

Antonino Cannavacciuolo difeso dalla Fipe
Antonino Cannavacciuolo ha ammesso l’errore dell’asterisco, ma ci ha tenuto a sottolineare che il pesce surgelato trovato dai Nas era tutto abbattuto come impone la legge. La denuncia, però, è inammissibile: “Ma quale frode? Per me significa fregare i clienti. E noi non lo abbiamo fatto. Anche le materie prime erano tracciate, tutto lo è nella nostra cucina, solo che non c’era stato il tempo di trascrivere le schede nei registri del ristorante. (…) Storie come queste fanno venire voglia di andarsene da un’altra parte. Va bene che ci siano delle regole, ma applicare in questo modo è assurdo“.
A prendere le difese dello chef campano la Federazione Italiana Pubblici Esercizi: “Mettere alla pubblica berlina un professionista per un supposto asterisco mancante è davvero un po’ troppo; farlo nel periodo natalizio appare anche strumentale. I controlli e le sanzioni ai ristoratori che frodano o scorretti sono sacrosante. Ma quella di Cannavacciuolo non è una scorrettezza, bensì solo un equivoco formale. Bisogna evitare di trasformare un corretto sistema di norme in una gabbia rigidissima“.